tag:blogger.com,1999:blog-294458159164790100.post855643871004739750..comments2023-11-22T16:23:24.048+01:00Comments on Arte nella Grande Guerra: Il sorriso dell'obiceUnknownnoreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-294458159164790100.post-48765442039775725982015-05-02T10:36:43.151+02:002015-05-02T10:36:43.151+02:00Gentile Angelo Montano, la ringraziamo molto per l...Gentile Angelo Montano, la ringraziamo molto per l'interessante commento. Ha descritto molto bene quella che è anche a nostro parere una delle chiavi per comprendere questo testo straordinario: la capacità di disvelare i meccanismi reconditi, anche psicologici, che rendono possibile una guerra. L’abbruttimento che rende un uomo, un soldato. Il desiderio (ciò che è avvertito da Walter Giorelli come un dovere o, meglio, quasi come una predestinazione) di raccontare in presa diretta la prima guerra della modernità diviene la chiave per attuarne un reale svelamento, al di là di qualsiasi posizione preconcetta. E così il libro supera i confini di un mero lavoro “di guerra”, entrando a pieno diritto nel campo della letteratura. E siamo fieri di averlo potuto riportare alla luce. Davvero orgogliosi. Grazie ancora, gentile Angelo, e a presto.Dario Malinihttp://www.artegrandeguerra.itnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-294458159164790100.post-26733291415404176952015-05-01T18:09:43.340+02:002015-05-01T18:09:43.340+02:00Io che in fondo non sono interessata ai fatti di g...Io che in fondo non sono interessata ai fatti di guerra, intesi come strategie, tattiche, meccanismi, poiché non considero la guerra un'arte ma solo una bolgia inutile e crudele, ho apprezzato questo libro, perché è la voce da dentro di un giovane istruito e sensibile, quindi in grado di descrivere con precisione, i meccanismi mentali in cui i soldati si trovavano imbrigliati. L'esaltazione iniziale, i momenti di sconsiderata spensieratezza al fronte, la sfida al nemico, l'indifferenza al rischio della morte prima, ai cadaveri in decomposizione ovunque poi, fino alla stanchezza, alla distanza sia dalla guerra che dal suo "mondo di prima" (le lettere da Roma gli raccontano un mondo che non lo interessa più). In un primo momento l'esaltazione della guerra fa sentire vivo; verso la fine del libro, però, la sensazione è che l'esperienza abbia fatto aprire gli occhi a Giorelli sul vero e più profondo senso dell'esistenza, al punto che la morte sembra giungere quasi naturale. E aveva solo 22 anni. Commuove anche l'idea di un volumetto dimenticato e ritrovato, che permette a noi, oggi, di conoscere questo sconosciuto ragazzo. Anche a lui dobbiamo qualcosa, oggi.<br />Lo trovo adatto anche per i ragazzi.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/03700076397120831546noreply@blogger.com