A.G.G. n° 19 - Luglio - settembre 2014

1914: è la guerra!
Il 28 giugno 1914, l'arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia vennero uccisi a Sarajevo dai colpi di pistola esplosi da Gavrilo Princip, studente diciannovenne serbo-bosniaco, esponente di un gruppo ultranazionalistico. A partire da ciò, una serie di eventi incontrollabili condussero rapidamente a una guerra europea e poi mondiale di smisurata distruttività e di imprevedibile durata, resa possibile dalle nuove tecnologie che l'industria moderna metteva nelle mani di politici e militari. Milioni di uomini vennero gettati, del tutto impreparati, all'interno di tale esperienza feroce e spersonalizzante, trasformati all'improvviso in minuscoli ingranaggi di una macchina poderosa e senz'anima. In tale contesto l'arte divenne un mezzo di resistenza ineguagliabile, una forma espressiva che si opponeva efficacemente alla massificazione e all'annullamento. Ad esattamente cento anni di distanza, questa produzione - parte della quale risulta dispersa, dimenticata o sottovalutata - rappresenta una straordinaria opportunità di conoscenza. Valendosi di alcune importanti testimonianze di artisti che, con parole o immagini, ci hanno tramandato quei fatti, il presente numero della rivista online ArteGrandeGuerra (luglio - settembre 2014) vuole indagare le trasformazioni del mondo mentale dei soldati che, in quel 1914, dovettero scontrarsi con il cosmo inedito e feroce della prima guerra moderna.
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Cominciamo parlandovi del sergente Jean Paulhan (critico, narratore, saggista, moralista e, come lui stesso preferiva definirsi, grammairien delle idee), stanziato sul fronte francese nel 1914 e autore del breve ma straordinario scritto Il guerriero diligente (pubblicato nel 1917 in Francia e solo nel 2012 in traduzione italiana, presso l'editore Barbès, in un volume purtroppo già fuori catalogo), in cui l'esperienza lacerante del fronte sembra potersi materializzare solo nella forma di un prolungato flusso interiore. E gli effetti devastanti del conflitto si propagano fin dentro il linguaggio: fare la guerra e scriverne è, per Paulhan, la medesima cosa. Ecco il link alla recensione Il guerriero diligente di Jean Paulhan.
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Come reagirono, nel 1914, i soldati quando, dopo la grande abbuffata di retorica e nazionalismo che aveva preceduto l'inizio del conflitto, dovettero scontrarsi con la realtà concreta della prima guerra moderna? Come si adattarono agli sconosciuti orrori che si trovarono davanti? In questo intervento cercheremo di avvicinarci alla vita quotidiana dei combattenti appena giunti al fronte, attraverso una ben ponderata selezione di scritti di soldati, scelti anzitutto per l'efficacia con cui elaborano il racconto di una guerra di inimmaginabili proporzioni, il coraggio - anche linguistico - con cui avanzano, parola dopo parola, nel cosmo inesplorato della Grande Guerra. Cliccare qui di seguito per leggere 1914: la guerra dei soldati-scrittori.
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Vi proponiamo ora, a chiusura della parte letteraria della rivista, la recensione di un romanzo (dimenticato ma fondamentale) sulla Grande Guerra: Ognuno di Ernst Wiechert. Scritto da un soldato-scrittore la cui opera letteraria controcorrente è stata sovente sottovalutata dalla critica, rappresenta il tentativo meditato, a oltre un decennio dagli avvenimenti che narra, di riferire dall'interno la trasformazione del mondo mentale di chi si scontrò con la realtà feroce, squallida e priva di senso della Grande Guerra. Ecco il link alla recensione Ognuno di Ernst Wiechert.
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L'esperienza dello scoppio della Grande Guerra può essere indagata anche attraverso le immagini. In questo intervento ci occupiamo di alcune opere grafiche che mostrano i risvolti emozionali legati alla partenza dei militari per il fronte. Si tratta di schizzi, disegni, incisioni e litografie che trascrivono lo stato d’animo di uomini comuni avviati verso un destino incerto e impenetrabile. Ecco il link all'intervento 1914: la partenza del soldato per il fronte.
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La partenza per la guerra è raccontata dagli artisti anche tramite il motivo iconografico del saluto del soldato alla propria amata. Nel seguente intervento vengono mostrate alcune opere di due grandi maestri, Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) e Marc Chagall (1887-1985), nelle quali viene trattata con viva partecipazione questo tema colmo di phatos 1914: iconografia del congedo dagli affetti
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La grande civiltà allemanna.
La nuova pavimentazione delle vie nelle città del Belgio e della Francia,
conquistate dall'esercito tedesco.
Terminiamo con una vignetta, pubblicata dalla rivista «Numero» il 29 novembre 1914. Come si vede, era già in atto una sferzante opera di demonizzazione della Germania: nonostante l'Italia fosse allora ancora neutrale, i molti intellettuali che spingevano per l'entrata in guerra (e «Numero» era schierata su posizioni interventiste) erano assai attivi e convincenti nel porre le basi della discesa in campo a fianco dell'Intesa.
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Sommario

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