A.G.G. n° 15 - settembre - ottobre 2013

La voce dei soldati
Mentre s'avvicina a grandi passi la ricorrenza del centenario della Prima guerra mondiale, abbiamo deciso di dedicare questa nuova uscita di AGG (n° 15 di settembre - ottobre 2013) alla voce dei soldatiquella voce che molte ragioni (non ultima il disinteresse verso le memorie della guerra da parte di chi avrebbe il dovere istituzionale di favorirne lo studio, la diffusione e la comprensione) hanno reso flebile, ambigua, difficile da interpretare.
In cosa consisteva la vita quotidiana dei fanti nelle trincee, nelle retrovie, in battaglia? In che modo tanti giovani normali poterono adattarsi a una tale feroce esistenza? Come tutto ciò trasformò la generazione di chi sopravvisse? E infine, cosa hanno a che fare quei giorni lontani con la nostra vita e con i nostri tempi?

Convinti come siamo che l'arte prodotta nel corso di quella guerra (opere figurative e scritti) rappresenti la strada maestra per raggiungere il mondo massificato, industriale e ferino che caratterizzò la vita dei combattenti, vi chiediamo di calarvi con noi nelle trincee, al seguito di due soldati molto speciali: Anselmo Bucci e Corrado Alvaro.
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Cominciamo affrontando la tematica modernissima, impensabile prima dei combattimenti del '15-'18, di “guerra invisibile” enunciata dal pittore-soldato Anselmo Bucci in un famoso discorso, pronunciato in occasione di una sua mostra tenutasi a Genova nel 1917:
“Tutti sanno meglio di noi, che l’abbiamo guardata da vicino, che la guerra è invisibile. È arcinoto che questa guerra plasticamente, graficamente non esiste: è dramma musicale non spettacolo. [...] Nella raffigurazione di questa guerra dovrà scomparire molto. Scomparirà forse il visibile. L’invisibile dovremo dipingere."
Vi proponiamo quindi un breve profilo di quest'artista, la cui opera di guerra non è stata ancora del tutto penetrata: Anselmo Bucci alla Grande Guerra.
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Anselmo Bucci, nella prima raccolta di incisioni che realizzò nel corso della mobilitazione, Croquis du Front italien, riesce a condensare il vero spirito della guerra, dando un corrispettivo artistico-figurativo al concetto di invisibilità quale aspetto caratterizzante di quel primo conflitto globale di cui fu testimone. Di ciò si parla nell'intervento: Croquis du Front italien di Anselmo Bucci.
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Come molti suoi coetanei, Corrado Alvaro, classe 1895, visse con entusiasmo  l'atmosfera eroica che giungeva dalle trincee francesi. Quando l'Italia decise l'intervento, si offrì volontario e partecipò a numerose azioni sul fronte carsico, finché, nel 1916, non rimase gravemente ferito alle braccia nella zona del Monte Sei Busi. L'esperienza della guerra, la visione diretta dell'inutile strage di tanti operai e contadini, lo segneranno indelebilmente, rendendo definitiva la sua vocazione di scrittore. Seppe infatti raccontare il conflitto, nel suo svolgersi come nei suoi esiti, con penetrazione e intuito profetico. Di tutto ciò si parla in: Corrado Alvaro, uno scrittore calabrese alla guerra.
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Scritto nel 1921, a Parigi, pubblicato a puntate l'anno seguente sullo «Spettatore» di Corrado Pavolini, e quindi, in volume, nel 1926, L'uomo nel labirinto di Corrado Alvaro, romanzo pochissimo conosciuto e oggi introvabile in libreria, è un testo di vertiginosa sperimentazione stilistica. Alvaro non aveva che venticinque anni quando si apprestò all'impresa ambiziosissima di narrare gli esiti della guerra appena trascorsa, di raccontare l'Italia in trasformazione del dopoguerra. Possedeva le carte (artistiche e culturali) per farlo? A questo interrogativo risponde l'intervento: L'uomo nel labirinto di Corrado Alvaro.
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Il 1930 rappresenta un anno straordinario nella biografia di Corrado Alvaro. Fu allora, infatti, che vennero pubblicati due suoi libri importanti: Gente in Aspromonte, che gli valse il premio letterario «La Stampa», e Vent'anni. Articolata riflessione sulla Grande Guerra, "vicenda di giovinezza e di deriva", secondo una felice espressione di Geno Pampaloni, Vent'anni è oggi un romanzo ingiustamente dimenticato. Ad esso è dedicato l'articolo Vent'anni di Corrado Alvaro.
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Capricci della guerra
Ieri, quando i combattenti erano 20 mila.
Oggi, che vi sono 20 milioni di combattenti. 
 Terminiamo, al solito, con una vignetta. Pubblicata sulla rivista satirica «Numero» del 12 settembre 1915, mostra con notevole arguzia una delle contraddizioni della guerra moderna la quale, a differenza delle contese precedenti, appare priva di qualsivoglia attrattiva, alienante e solitaria per il povero soldato, nonostante l'immane massa di uomini che coinvolge.
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