La guerra dell’artista tedesco Fritz Gärtner

Questo articolo è dedicato all’artista tedesco Fritz Gärtner (Aussing 1882- Munich 1958), la cui opera grafica, di notevole valore, è purtroppo oggi del tutto dimenticata. 
Nato ad Aussing nel 1882, Gärtner studiò all’Accademia di Monaco fino al 1908, dapprima sotto la guida di Gabriel von Hackel, poi come allievo di Ludwing von Löffitz, Alexander Wagner e Peter Halm. Partecipò a mostre e collaborò con le riviste «Jugend», «The Leipziger Allgemeine Zeitung»,«Licht und Schatten», affermandosi come pittore, illustratore e incisore. Al periodo bellico vanno riferiti i seguenti tre portfolio di incisioni, tutti coevi agli eventi rappresentati: Terra e casa (Feld und Heimat), Esercito e marina (Heer und Flotte), Esercito e popolo (Heer und Volk), pubblicati rispettivamente nel 1916, nel 1917 e nel 1918.

Di seguito analizzeremo alcune opere del portfolio Terra e casa, contenente 50 incisioni all’acquaforte e acquatinta. La raccolta venne pubblicata a Monaco di Baviera dall’editore Franz Hanfstaengl, in tiratura di 125 esemplari (nota 1)
Non ci sono note le vicende biografiche di Gärtner, tuttavia, sulla base di quanto emerge dai soggetti delle sue stampe, riferibili al fronte orientale, siamo propensi a credere che abbia partecipato in prima persona alle manovre militari.

Fig. 1
L’incisione di fig. 1, Soldati bavaresi (Bayerische Landstürmer, n. 18 del portfolio) è datata in lastra 1916 (nota 2). Rappresenta un gruppo di soldati schierati, intenti a un’occupazione di non facile decifrazione. La ripresa ravvicinata, unitamente al taglio dell’immagine e allo studiato contrasto chiaroscurale, conferiscono grande evidenza allo schieramento posto in secondo piano, con l’effetto di concentrare lo sguardo dell’osservatore verso coloro che sono i veri protagonisti della guerra, i soldati della fanteria. 

Fig. 2
L’incisione Incontro (Begegnung, n. 9 del portfolio) del 1916 (fig. 2), raffigura semplicemente due schiere di soldati marcianti in direzione opposta. Una scena assolutamente quotidiana, diremmo quasi banale, che tuttavia Gärtner valuta tanto significativa da essere presa come soggetto di una sua opera. La guerra, parrebbe suggerirci tale scelta dell’artista, è fatta in gran parte di fatti ordinari e quotidiani, come il marciare in terreni fangosi e incontrare dei compagni sconosciuti lungo una via polverosa. Andare e venire dal campo di battaglia infinite volte, meccanicamente. Sopravvivere o morire, senza un perché. È questa un immagine semplice solo in apparenza, ricca invece di segrete risonanze, che ci porta alla mente il commosso componimento Fratelli di Ungaretti:
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilità
Fratelli  
Poeta e incisore ci dicono quanto disumanizzante sia la guerra, sorta di universo opprimente e meccanico in cui l’uomo, privato dei connotati di persona, è ridotto a mero ingranaggio.

Nel racconto della vita militare di Gärtner, un motivo alquanto ricorrente è costituito dall’incontro degli uomini con la morte, rappresentata senza enfasi né retorica come un fatto di ordinaria quotidianità. Le prossime due opere in analisi, Et in pulverem reverteris (n. 29 del portfolio) e Tombe nei Carpazi (Karpathengräber, n. 30 del portfolio), sono, da questo punto di vista, delle scene esemplari. 

Fig. 3

Nella prima di queste incisioni, fig. 3, la ripresa a distanza focalizza una cerimonia funebre che vede adunati attorno ad una bara il celebrante e un gruppo di militari colti di spalle. L’evento e il luogo paiono favorire l’intima meditazione di ciascuno, in particolare è la cornice naturale a conciliare il senso del trapasso.

Fig. 4
In Tombe nei Carpazifig. 4, non v’è traccia di vita. Domina invece il silenzio e una sensazione di acuta nostalgia. A destarla sono le croci svettanti, in ripresa ravvicinata, sormontate da corone di fiori e cappelli a chiodo, disposte in prossimità d’un pendio, dove sono interrati i morti di una battaglia recente. Lo sguardo che l’artista rivolge al piccolo cimitero è quello di un sopravvissuto che deve ripartire per una nuova battaglia. Il luogo raffigurato (i Carpazi) e la data dell’opera (1916) potrebbero far ritenere che i caduti qui rappresentati possano ricondursi al cosiddetto Alpenkorps che, affrontando le forse rumene dal 27 agosto del 1916 (periodo cui risale l’entrata in guerra della Romania ) fino all’aprile del 1917, subì numerose perdite, specie nei combattimenti in montagna (nota 3).  


Fig. 5
Una cifra stilistica di Gärtner è quella di suggerire più che rappresentare, evocare gli effetti della guerra più che mostrarli direttamente. Nell'immagine di fig. 5Croce rossa (Rotes Kreuz, n. 15 del portfolio), ad esempio, viene delineata l’architettura di un edificio destinato alla raccolta dei feriti, all’esterno del quale appaiono solo poche sagome (probabilmente alcuni addetti alle operazioni di servizio). Il dolore e la sofferenza che abita in questo luogo non si vedono, ma la loro presenza è evocata sottilmente dal pulviscolo brumoso della luce del giorno morente e da una struttura compositiva che pare poggiare sul vuoto, sull'assenza.


Fig. 6
L'opera di fig. 6, con con cui concludiamo questa breve rassegna, Fiori e filo spinato (Blumen und Stacheldraht, n. 25 del portfolio), conferma l'attitudine dell'artista a stemperare l'orrore della guerra nell'arte. Si tratta di un'immagine drammatica, nella quale però la tragedia viene come trasfigurata. Sul fianco di un pendio, il corpo di un militare massacrato, rimasto sospeso al filo spinato mentre cercava di oltrepassarlo, è mostrato da un punto di vista ribassato. Il morto, dai contorni indefiniti per la luce brillante del cielo, è mostrato in controluce, mentre numerosi petali di fiori, come in una visione buddhista,  discendono dall’alto e gli si poggiano ai piedi. I rami sinuosi dell’albero in primo piano su cui s'impernia la scena e le linee mosse del filo spinato si intrecciano: l’arte confonde e trasforma le contrapposte essenze delle cose (gli elementi della natura e gli attrezzi della guerra) quasi auspicasse l'impossibile pacificazione degli opposti in una sorta di mistico armistizio.

Carol Morganti
Dario Malini

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Note: 
(1) Il portfolio comprende inoltre sei pagine di testo (con titolo, dedica, tavola dei contenuti, prefazione di Georg Jakob Wolf). In alcune delle stampe (come Bayerische Landstürmere e Blumen und Stacheldraht) è riportato il nome dello stampatore: Heinrich Wetterroth di Monaco. Ringraziamo 
la Dr. Petra Aescht dell’Istituto Letter Stiftung di Colonia, per averci fornito le informazioni riguardanti il portfolio Feld und Heimat del quale l'Istituto conserva un esemplare completo. 
(2) Non sappiamo per quale motivo l’artista abbia raffigurato proprio questo corpo militare, possiamo ipotizzare che lui stesso vi facesse parte, considerando che Monaco di Baviera fu la città in cui compì gli studi ed esordì nell’attività artistica. Non sarebbe dunque improbabile che proprio in Baviera fosse avvenuto il suo reclutamento.
(3) Uno dei più noti caduti tedeschi fu il principe Enrico di Baviera, comandante dell’Infanterie-Leib-Regiment, morto in seguito a una ferita l’8 novembre 1916.

1 commento:

  1. poveri cristi . il tempo di guerra era molto difficile per loro...

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