Cadorna merita vie e piazze?


Cadorna merita vie e piazze?
Sezione a cura di Giancarlo Romiti

Dalla città di Udine è partita a maggio 2011 un'iniziativa: via il nome di Luigi Cadorna dalla toponomastica del capoluogo friulano. La questione, posta recentemente all'attenzione della stampa da Giancarlo Romiti, atterra sul nostro sito.

Abbiamo deciso di dare spazio al pensiero di Giancarlo Romiti che espone le proprie tesi con chiarezza e ferma determinazione: più con il phatos dell'appassionato che con il distaccato rigore dello storico. Crediamo utile ogni seria riflessione sulla Grande Guerra, che si proponga anche in luoghi frequentati dai non addetti ai lavori. A tale proposito, vorremmo conoscere il vostro parere e attendiamo dunque contributi.

Di seguito, proponiamo dunque una serie di interventi, a cura di Giancarlo Romiti, tendenti a documentare i comportamenti e le strategie del generalissimo e a tratteggiarne la figura storica:
  1. Un popolo ingannato
  2. Le battaglie dell'Isonzo: introduzione         
  3. Prima battaglia dell'Isonzo 
  4.  Seconda battaglia dell'Isonzo 
  5. Il primo autunno di guerra 
  6. Gennaio-marzo 1916: vittoria sul potere politico e V battaglia dell'Isonzo   
  7. L'ironia dei soldati   
  8. La Strafexpedition
  9. VI battaglia dell'Isonzo
  10. Autunno 1916 (VII, VIII, IX battaglia dell'Isonzo)
  11. X battaglia dell'Isonzo   
  12. La strage dell'Ortigara    
  13. 1917, l'anno della decimazione
  14. XI battaglia dell'Isonzo
  15. XII battaglia dell'Isonzo
  16. Le conseguenze della battaglia di Caporetto
***
Anche il Corriere della sera si è interessato in varie occasioni dell'iniziativa:
Qui sotto riportiamo integralmente un ampio servizio dedicato alle idee e alle attività di Giancarlo Romiti, pubblicato sul quotidiano Il Secolo XIX:

11 commenti:

  1. gentile Giancarlo ho trovato per caso questo tuo importante lavoro e mi trovo d 'accordo con te. .e ti ringrazio per quello. che fai. dai. racconti di mio nonno so che lui è andato in guerra a 35 anni con 3 figli. .era nella norma o una cosa eccezionale, ?? grazie x la risposta

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  2. Buongiorno Carlo,
    abbiamo girato la sua domanda al nostro collaboratore, che risponderà appena possibile. Grazie mille!
    La redazione di ArteGrandeGuerra

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  3. E' probabile che suo nonno, di 35 anni e con tre figli, sia stato richiamato e forse, vista l'età, arruolato nella milizia territoriale con mansioni da svolgere nelle retrovie.
    Tenga presente che l'Italia alla fine del 1916 aveva già perso, tra morti e feriti, oltre 650mila uomini.
    Un decreto di inizio gennaio 1917 estese quindi i requisiti necessari per essere considerati abili per vestire la divisa. Fu così che anche uomini di oltre 40 anni (classi 1874/1875) vennero costretti a partire per il fronte. Si trattò, nella maggior parte dei casi, di contadini che lasciarono a casa una moglie ed una caterva di figli. Erano uomini disperati, con il terrore di rimanere invalidi o di morire. In tal caso la loro famiglia sarebbe precipitata dalla povertà alla miseria.
    Possiede della documentazione inerente al suo parente?


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  4. Buongiono Giancarlo
    leggendo il suo piccolo ma efficace saggio su Cadorna mi domando se nelle scuole , dalle secondaria in su dove la storia inizia ad essere studiata piu' approfonditamente,Cadorna e' considerato ancora un eroe e non le centinaia di migliaia di giovani mandati a morire al fronte per un disegno folle del suddetto.
    Troppo spesso la prima grande guerra e'presa sottotono rispetto alla seconda.
    grazie per la risposta
    carla armadillo

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    1. Gentile Carla,
      ecco la mia risposta, divisa in punti.

      1) Spiegare Cadorna a scuola
      Sui testi di storia per scuole medie e superiori non ho mai trovato alcun approfondimento sulla figura di Luigi Cadorna che contuinua semplicemente ad essere conosciuto come il Comandante Supremo dell'esercito italiano sostituito dopo la disfatta di Caporetto.

      Visti alcuni recenti libri, articoli di quotidiani e periodici tendenti ad esaltare la condotta di guerra del generalissimo, sarebbe opportuno/doveroso iniziare a spiegare ai ragazzi chi veramente è stato Luigi Cadorna, senz'altro il personaggio più controverso del primo conflitto mondiale.

      2) Prima guerra/Seconda guerra
      Non riesco a capire il motivo per cui i quotidiani, i periodici, le riviste specializzate e la televisione trattino prevalentemente argomenti inerenti al secondo conflitto mondiale. Sembra quasi che il XX secolo inizi dopo gli anni '30 (esattamente dopo l'ascesa al potere di Hitler). Eppure dopo la pace di Parigi le tensioni fra i principali stati europei restarono forti e lo scontento si manifestò soprattutto in Italia (la "vittoria tradita" per la mancata attribuzione della Dalmazia) e in Germania (dure sanzioni che provocarono una notevole crisi economica). Questi fattori portarono alla crescita/nascita del fascismo e del nazismo, vale a dire i due regimi nazionalistici e dittatoriali che scatenarono la seconda guerra.

      Spesso ci si dimentica che la Grande Guerra, con le conseguenze che ne derivarono, è stata un presupposto essenziale per coinvolgere il Vecchio Continente in un nuovo conflitto mondiale.

      Ma non si preoccupi. Con l'avvicinarsi del centenario saremo travolti dalla solita retorica.



      Giancarlo Romiti




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  5. Su Cadorna e la formazione tecnica e culturale dei generali (tutti) della Grande Guerra nati nella seconda metà dell'Ottocento la bibliografia è a dir poco vastissima. Detto questo, mi pare che ci sia ben poco da aggiungere alle ormai classiche considerazioni di Giorgio Rochat. Nella dialettica tra limiti e pregi i primi hanno prodotto vaste e profonde conseguenze, i secondi, che pur c'erano, hanno inciso poco, se non nella prefigurazione molto azzeccata della necessità di predisporre la linea difensiva Grappa-Piave.

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    1. Sig. De Bortoli buongiorno
      Innanzitutto non sono d’accordo quando Lei scrive “…mi pare che ci sia poco da aggiungere alle ormai classiche affermazioni di Giorgio Rochat”. Negli ultimi anni, per esempio, ho letto un paio di libri da cui, pur non condividendone personalmente il contenuto perché tendenti a rivalutare, se non a idolatrare, la figura del generalissimo, credo si possano senz’altro sviluppare interessanti riflessioni.
      Cadorna non predispose alcuna linea difensiva Grappa-Piave. Dopo Caporetto la maggior parte dei fanti credette che la guerra fosse finita e si diresse disordinatamente verso ovest per tornare a casa. Si trattava di soldati che obbedivano ormai solo al proprio istinto di sopravvivenza perché il Comando Supremo non aveva mai attuato dei veri e propri piani per una ritirata né tantomeno approntato una nuova linea di difesa in caso di rottura del fronte.

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  6. Mi trovo d'accordo sulla presunzione, ottusità e crudeltà dei comandi italiani nella Grande Guerra. Alcuni tremendi particolari si possono trovare nella lucida cronaca di "Un anno sull'altipiano" di Emilio Lussu, che era un ufficiale inferiore ed era rimasto inorridito dagli ordini disumani impartiti con totale leggerezza dai generali.

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  7. Buongiorno. Mi sono imbattutto nel vostro bellissimo sito e l'ho usato come fonte per questa campagna: https://www.change.org/p/ignazio-marino-sabrina-alfonsi-daniele-torquati-cambiare-il-nome-del-lungotevere-maresciallo-cadorna-in-lungotevere-della-pace-fra-i-popoli?just_created=true alla quale vi sarei grato se voleste dare supporto. Un caro saluto.

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  8. Salve, sono un ragazzo di quinta superiore che quest'anno dovrà dare l'esame di maturità. Dopo aver partecipato a uno spettacolo mi sono interessato di più all'argomento: "le fucilazioni di soldati da parte dei generali italiani" tanto da volerci sviluppare la mia tesina. Volevo sapere se avevate qualche libro da consigliarmi per questo tema, e se esistono documentazioni che testimonino l'operato di petizioni per rimuovere questi nomi da vie o piazza.
    Grazie mille.

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    1. Gentile Nicolò,
      ecco qualche testo che potrebbe interessarla.
      Tesi on line: "Uomini o colpevoli??? Il Tribunale militare del XXIV corpo d'armata nel 1917".
      "La guerra bianca" di Mark Thompson (soprattutto il capitolo Un olocausto necessario).
      "L'onore di Bassignano" di Mario Maffi - Gaspari Editore. E' la storia di un ufficiale che si rifiutò di dare l'ordine sparare contro i suoi uomini.
      Può anche leggere tra i miei interventi pubblicati qui, soprattutto il capitolo dedicano al 1917 anno delle decimazioni.
      X le petizioni vedo di raccogliere documentazione che potrei inviarle via mail. Se vuole comunicarci il suo recapito email, scriva a artegrandeguerra@yahoo.it.
      A presto e in bocca al lupo per l'esame.

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