Julien Le Blant (Parigi 1851-1936)

Nella giovinezza viene avviato dal padre, avvocato erudito e influente, agli studi di architettura. Si iscrive all’atelier di Trélot, ma rimane deluso, manifestando in realtà una sola passione: il disegno. All’età di diciannove anni, nel 1870, abbandona la casa paterna per arruolarsi nei franchi tiratori. Alla fine della guerra franco-prussiana, nel 1874, debutta al Salon come pittore autodidatta. Alterna soggetti di genere, paesaggi e temi militari, ottenendo numerosi riconoscimenti, tra i quali la medaglia d’oro all’Esposizione Universale del 1889. Trasferitosi ad Altilac, in Corrèze, cambia il suo modo di dipingere avvicinandosi ai modi dell’Impressionismo, e trattando in particolare il tema dei mercati della cittadina in opere che espone a Parigi, nel 1905, in una personale. La sua produzione di questo ventennio è molto consistente e annovera tele, acquarelli e 450 disegni per illustrazioni.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, si reca a Parigi e chiede di essere arruolato, ma per via dell’età la sua richiesta non può essere accolta. Riceve l’autorizzazione di far posare i soldati delle caserme di Cligancout, Reuilly e Vincennes, dove realizza ritratti acquerellati e disegni che vengono esposti nel 1917 al Musée del Luxembourg e pubblicati sotto il titolo: La nation en armes nel 1919. Nelle figure di questi militi mette in risalto le caratteristiche umane, guadagnando in autenticità e verità. Fuori dalle caserme riprende l’altra faccia della guerra: la vita nel quartiere della Gare de l’est, tra faubourg Saint-Martin, rue de Strasbourg e rue d’Alsace, che si anima nel momento della partenza dei soldati. Qui schizza, con tratti rapidi, figure di soldati, spesso mal equipaggiati con donne e bambini che li salutano, altri che se ne stanno in disparte, tristi e solitari, mutilati che portano le medaglie. Alle esposizioni cui partecipa dopo la guerra il pubblico mostra di non apprezzare questo modo umile e dimesso di rappresentare gli eroi della guerra: lo si accusa di portare poca gloria alla vittoria.
L’artista si ritira dietro le quinte e muore nell’oblio nel 1936.

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